PPWR: La norma UE che rivoluziona i packaging

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Che i packaging green fossero una delle tendenze più importanti nel settore, lo avevamo già evidenziato mesi addietro, ma il fatto che una direttiva europea PPWR, Packaging and Packaging Waste Regulation, intervenga sul punto è un fenomeno storico che potrebbe cambiare le carte in tavola e imporre un ripensamento su tutta la filiera del prodotto.

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PPWR: il nuovo regolamento sugli imballaggi

L’UE è passata da 66 milioni di tonnellate di rifiuti provenienti da imballaggio del 2009 a circa 84 milioni di tonnellate nel 2021. Si tratta di una media di 188,7 kg di rifiuti da packaging pro capite.

Cifre da capogiro che hanno spinto la Commissione ambientale del Parlamento europeo ad adottare recentemente una legge PPWR che mira a rendere il packaging in Europa più facile da riutilizzare.

Lo scopo è quello di diminuire i rifiuti attraverso 2 passaggi:

  • Prevenire la produzione di rifiuti da packaging, riducendo la quantità immessa sul mercato, limitando gli imballaggi non necessari e promuovendo imballaggi riutilizzabili;
  •  Promuovere il riciclaggio di alta qualità, aumentando l’uso di plastica riciclata negli imballaggi;

Cosa cambia con la nuova normativa?

L’UE propone di puntare sul riuso, il recupero e il riciclo dei materiali. Partendo quindi dalla progettazione, il regolamento affronta principalmente quattro aspetti: 

  • La quota di materiale riciclato che deve essere inserita nei pack. I contenitori in PET destinati al contatto con alimenti dovranno contenere almeno il 30% di plastica riciclata entro il 1° gennaio 2030, per poi arrivare al 50% nel 2040. Quelli non in PET hanno l’obiettivo del 10% per il 2030 e sempre del 50% per il 2040. Per le bottiglie in plastica monouso per bevande l’obiettivo è del 30% di materiale riciclato al 2030 (come già previsto dalla direttiva Sup), che dovrà salire al 65% entro il 2040.
  • La necessità di un design che riduca il volume degli imballi. Il secondo punto del Regolamento che coinvolge la progettazione, prevede che sia incrementato l’ecodesign, al fine di evitare o comunque di ridurre al minimo gli spazi vuoti negli imballi. Bando quindi ai doppi fondi e agli strati non necessari!
  • L’esigenza di un’etichettatura armonizzata. Il PPWR prevede l’introduzione di un’etichetta armonizzata sui materiali che compongono l’imballaggio e sulle opzioni di gestione dei rifiuti. A due anni dall’approvazione del regolamento, gli imballaggi riutilizzabili dovranno avere anche un’etichetta o un QR code che li distingua da quelli monouso, fornisca informazioni sul sistema di riutilizzo e faciliti la tracciabilità.
  • Introduzione di imballaggi destinati al riutilizzo e alla ricarica. Per il cibo da asporto e le bevande dei distributori automatici si suggerisce l’utilizzo di contenitori riutilizzabili (le percentuali variano dal 10% all’80%, a seconda della tipologia). Per gli imballaggi terziari come bancali, casse e scatole in plastica, secchi e fusti, si dovrà raggiungere il 30% entro il 2030 e il 90% entro il 2040.
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La PPWR piace o non piace?

Il braccio di ferro è tra Italia e Unione Europa, mentre ad altri Paesi la legge PPWR piace. Se in Germania, Francia e Austria, il riuso dei contenitori del latte, dell’acqua e della birra è già realtà, l’Italia ha puntato molto di più sul riciclo che sul riuso e quindi, questo cambio legislativo, porterebbe a penalizzare diversi settori dalla ristorazione alla distribuzione.  

Se Joan Marc Simon, Direttore-Fondatore di Zero Waste Europa, afferma entusiasta che “per la prima volta nella legislazione europea sugli imballaggi viene data una possibilità alla prevenzione e al riutilizzo”, Confcommercio ribadisce che le nuove regole UE potrebbero portare a danni ingenti sulla filiera alimentare, sulla protezione e conservazione degli alimenti, sull’informazione al consumatore e sull’igiene dei prodotti. ndr

Il pomo della discordia della PPWR è quindi la diatriba “RIUSO vs RICICLO”.

A nostro avviso, ridurre la quantità di rifiuti da imballaggi che produciamo deve essere una priorità per tutti. Per raggiungere questo obiettivo sarà necessario cambiare le nostre abitudini come consumatori, cercando di evitare quelli che potrebbero essere gli effetti negativi sul commercio.

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La ridefinizione del packaging design a seguito della PPWR

In virtù di questa normativa, il settore dei packaging è chiamato a fare un grande passo per ri-considerare la vita degli imballaggi in ottica futura, ipotizzando anche il riuso e non solo l’uso e per adattarsi alle nuove disposizioni della normativa.

I packaging riutilizzabili sono oggi una necessità, ma possono trasformarsi in un potentissimo strumento di marketing per i brand che sapranno guardare al futuro in maniera lungimirante.

Alcuni esempi si trovano già nel passato:

Anche la scelta dei materiali dei packaging dovrà essere necessariamente rivista secondo il modello dettato dall’economia circolare e Parsifal è pronta ad accogliere la sfida!

Ti serve un packaging riutilizzabile di grande impatto?

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Continuiamo il discorso