Packaging riutilizzabili tra storia e nuovi trend

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C’è chi da bambino è rimasto tremendamente deluso da una scatola di biscotti e c’è chi mente! Perché per quanto possa suonare paradossale, sembra che la scatola dei Royal Dansk sia stato ufficialmente il contenitore di cucito più diffuso al mondo! Se almeno una volta a casa di tua nonna l’hai aperta in cerca di un dolcetto, vogliamo solo dirti che ti capiamo.

Nostalgie (e delusioni da parte) oggi parliamo di packaging riutilizzabili!

I biscotti Royal Dansk: un fenomeno interculturale e intergenerazionale

Il primo esempio di packaging riutilizzabile l’abbiamo già svelato: la scatola in latta dei biscotti Royal Dansk è in grado di raccontare l’infanzia di milioni di bambini di tutto il mondo. Un filo conduttore che racconta come un brand, grazie alla solidità e alla grafica del suo packaging, è riuscito inconsciamente a diventare davvero memorabile.

In un’epoca in cui i biscotti spesso erano venduti in sacchetti di carta, la latta blu con i bordi dorati e la forma tonda e smussata risultava, non solo perfetta per conservare la freschezza dei prodotti, ma anche per trasformarsi in un oggetto ideale per essere riutilizzato.

È stato questo l’antesignano esempio dei packaging riutilizzabili che ha trasformato la scatola in un vero e proprio oggetto di culto e ha reso indimenticabile il brand Royal Dansk.

Alla base dell’inaspettato successo di brand awareness? Si tratta della prima volta che alla scatola veniva dato un valore che andava al di là dei biscotti stessi: da contenitore usa e getta, si era passati ad un oggetto da custodire e riutilizzare.

I mitici anni ‘80 e il caso del fustino Dash

E chi non si ricorda i fustini Dash formato famiglia? Sicuramente il detersivo più amato dagli italiani che, una volta svuotato, diventava il contenitore per eccellenza dei giochi dei bambini o uno sgabello per la cameretta. 

Forse eravamo ancora lontani dalle regole del marketing, ma il cesto per i giocattoli era sempre lì a ricordarti che Dash era presente nella tua vita. 

Successivamente, probabilmente per motivi logistici, la forma cilindrica fu rimpiazzata da quella rettangolare che non ebbe minimamente lo stesso successo, ma per soddisfare un “momento amarcord” sappi che su eBay gli originali contenitori cilindrici arrivano fino a 200 euro!

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Dal caso al marketing: il bicchierino Nutella

Dai Peanuts alla Looney Tunes, dalla Nazionale di calcio ai Puffi, dai disegni natalizi ai Barbapapà: qualunque sia il bicchierino Nutella che conservi nella credenza, sappi che si tratta di un vero e proprio espediente di marketing che dura da oltre 60 anni.

Diciamoci la verità: quante volte al supermercato negli anni ’90 hai pensato “prendo la confezione più piccola così poi ho il bicchiere”, come mancassero recipienti dai quali dissetarsi in casa! 

Un packaging riutilizzabile davvero win-win: genitori felici di non dover pagare per avere dei nuovi bicchieri per la credenza, bambini felici di avere dei bicchieri divertenti, Ferrero felice.

Erano altri tempi, ma il design dei bicchierini della Nutella sono riusciti in maniera magistrale ad indirizzare le scelte del consumatore in maniera furba

Il tocco di classe? Il logo piccolo, mai invadente, perché a nessuno piacciono le markette.

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Che fai, non replichi? Le sacche Scout e i tubi Pringles

Anche qui la sfida è presto vinta: chi non ha utilizzato i sacchetti del negozio di abbigliamento Scout come porta scarpe?

A Padova (ma in tante altre città) curiosare da Scout il sabato pomeriggio era un must. Per lo shopping vero e proprio si dovevano aspettare i genitori, ma era solo a quel punto che, oltre alla felpa che avevi già adocchiato da settimane, avresti portato a casa anche il mitico sacchetto di tela.

L’abilità di Scout è stata sicuramente quella di dare un valore ad un sacchetto che solitamente finiva nell’immondizia. Una dimensione perfetta, un design modulabile e una grafica sempre alla moda (se ti ricordi, erano diventati tremendamente di culto i sacchetti mimetici) hanno fatto sì che il brand diventasse sempre più lovable e sinonimo di una cerchia di giovani: “se acquisti da Scout, sei uno dei nostri”.

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Sicuramente degno di nota, fu l’espediente di marketing di Pringles del 2011, proseguito anche negli anni successivi. Comprando tre tubi di patatine si poteva ricevere in omaggio un piccolo diffusore amplificato da incastrare nella zona superiore del famoso tubo facendolo diventare così una cassa di risonanza con attacco jack per qualsiasi player portatile.

Un’idea divertente per riutilizzare il packaging già iconico delle Pringles e per rendere ancora più evidente il binomio patatine-festa che tanto utilizza il brand nelle sue comunicazioni.

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Reduce – Reuse – Recycle: la tendenza dei packaging riutilizzabili!

È innegabile che i packaging producono un’enorme quantità di scarti di carta, plastica e materiali non riciclabili. La creazione di confezioni più sostenibili sta diventando una vera e propria necessità da parte di tutte le aziende che vogliono posizionarsi sul mercato.

Non c’è scatola, contenitore o imballaggio che non specifichi che è stato realizzato “in materiale riciclato”, “usando fonti alternative”, “con carta di mais” e così via: i claim di prodotto che identificano anche il packagingsono diventati parte integrante per trasmettere i valori dell’azienda.

È questo l’ultimo trend nel mondo dei packaging: la ricerca per trovare soluzioni sostenibili continua, tanto che molte aziende puntano l’accento proprio sulla possibilità di riutilizzo dello stesso packaging, seguendo un modello di economia circolare.

È così che gli imballaggi possono essere utilizzati più volte o trasformati per altri scopi Una soluzione in termini di sostenibilità per ridurre l’impatto ambientale dei propri prodotti, ma anche in termini di marketing per avvicinare i consumatori più attenti.

Diamo una seconda vita a questi packaging?

Questi sono gli esempi che ci sono piaciuti di più negli ultimi anni:

  1. Le scatole in latta continuano ad essere tremendamente cool e lo dimostrano le confezioni di tè di TwiningsPeter’s TeaHouse e Harney & Sons Tean Tin che, con il loro design creativo, possono essere un vero e proprio oggetto di arredamento per la casa.

  2. Candlessentials punta sui packaging “piantabili” che, dopo aver assolto alla funzione di contenere l’oggetto acquistato, possono essere sminuzzati, piantati e innaffiati, rilasciando dei piccoli semini in grado di far nascere piantine o erbe aromatiche.

  3. Il più innovativo è sicuramente il packaging in grado di auto decomporsi creato da Soapack nell’ambito della cosmesi. Il flacone è infatti creato in sapone e rivestito da un sottile strato di cera d’api per renderlo impermeabile, il che gli permette di sciogliersi una volta finito il prodotto. Geniale, vero?

  4. Ma perché non fare packaging riutilizzabili come giochiLee ci ha disegnato sopra un carinissimo Snakes and Ladders con tanto di possibilità di creare il proprio dado e Pitit-Pli ha trasformato una scatola di cartone in un razzo giocattolo che può essere assemblato dai bimbi.

  5. C’è anche il pack che, oltre ad incentivare il riutilizzo, ti applica uno sconto se torni nello stesso negozio a riempirlo, come quello di Alla Corte del Tè di Mestre.  

  6. Un po’ di fame? Se non puoi fare a meno del delivery, un’azienda di Singapore ha ideato Reuse, una vaschetta realizzata con bucce di grano polverizzate che si può mangiare come pane entro due, tre ore dalla consegna.

Anche i big puntano a confezioni sempre più sostenibili e se Barilla dà vita alla nuova blue box senza finestra in plastica, Ikea crea un packaging a base di funghi… la sfida a colpi di packaging è solo all’inizio, ma di una cosa siamo certi: il packaging riutilizzabile è un trend destinato a durare a lungo!

In cerca di un’idea di packaging innovativa e green?

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